Il tumore della vescica è il secondo tumore più frequente in urologia, dopo quello della prostata, ma, a differenza di quest’ultimo, è fortemente legato a fattori ambientali, in particolare al fumo di sigaretta.
Il rischio di contrarre questa patologia nel fumatore è da 4 a 5 volte superiore rispetto a chi non ha il vizio del tabagismo. Altri fattori di rischio noti sono l’esposizione ad ammine aromatiche e nitrosamine (solventi, industria tessile e concia delle pelli), radioterapia, parassiti delle vie urinarie (rari nei nostri climi). Al momento della diagnosi, fortunatamente, la stragrande maggioranza di queste neoplasie è non-muscolo-invasiva, ossia non ha ancora intaccato la parte profonda dell’organo, rendendone possibile l’asportazione chirurgica senza dover sacrificare la vescica.
Purtroppo non esiste un protocollo scientificamente validato di screening di questo tumore, pertanto è ancora più importante evitare il fumo di sigaretta. Il primo sintomo in genere è l’ematuria monosintomatica, ossia la presenza di sangue nell’urina senza altre manifestazioni. In ogni caso, un’ematuria, sia macroscopicamente evidente, sia presente solo all’esame urine, deve sempre essere indagata fino a trovarne la causa o fino ad escludere la presenza di un tumore.
L’ematuria è un sintomo che si può correlare anche ad altre patologie, quali infezioni delle vie urinarie, calcoli, traumi, patologie renali. Le urine inoltre possono avere un colore anomalo anche per altri motivi, non necessariamente a causa della presenza di sangue.
Il paziente che nota un colore anomalo delle urine deve portare questo reperto all’attenzione del proprio medico o dell’urologo, che prescriverà ulteriori accertamenti per indagarne l’origine: esami ematochimici, esame urine, urinocoltura, esame citologico delle urine, ecografia dell’apparato urinario. Se questi esami non forniscono una spiegazione alternativa del fenomeno o se pongono il sospetto di una neoplasia, sarà necessario approfondire con una cistoscopia e/o una TC con mezzo di contrasto.